Fred Perry fu un giocatore di tennis inglese che vinse tre Wimbledon consecutivi dal 1934 al 1936. Vincendo anche il French Open nel 1935, fu il primo nella storia a conquistare il Grande Slam. Negli anni 40, un giocatore di calcio australiano lo coinvolse per produrre una maglia in cotone piquet con il colletto abbottonato che ricordava Lacoste, dando vita all’iconica polo. Continua a leggere…
L’iconica polo Fred Perry debuttò sul campo di Wimbledon nel 1952, prodotta inizialmente solo in bianco e nero, con il logo della corona d’alloro ricamato sul petto in riferimento al torneo inglese. Dai campi da tennis la maglia si è diffusa nelle competizioni di ping pong, con l’introduzione di nuove colorazioni. Nonostante i meriti sportivi, a causa della bassa estrazione sociali e del comportamento discutibile, Fred Perry non fu mai ben visto dall’elitario mondo del tennis, e la sua maglietta divenne uniforme di svariate subculture inglesi. I primi ad adottarla furono i Mod negli anni ‘50, una communità per cui non esisteva distinzione sociale se si indossava la stessa maglietta con il colletto, si guidava la Vespa e si aveva una predilezione per lo ska, il rocksteady e il northern soul, anticipando l’immimente movimento skinhead. Gli skinhead indossavano skinny jeans e pantaloni cargo, entrambi con le bretelle, abbinati a giacche bomber – sopra tutte l’Alpha Industries MA-1 con l’interno arancione – o giacche Harrington. A completare il look: anfibi Dr. Martens e camicia polo abbottonata. La t-shirt, indossata sotto una giacca cerata, come il Barbour, divenne un capo iconico anche per i casual. Agli inizi degli anni ‘90 Fred Perry si svincola finalmente da movimenti violenti e far-right e viene adottata da esponenti dell’emergente panorama Britpop e rock inglese, che faceva leva sulla stessa vibe di ribellione contro le istituzioni, senza sentimenti nazionalisti. Oasis, Blur, Pete Doherty e Amy Winehouse contribuirono ad elevare a simbolo delle controculture quella che nasceva come una semplice maglia da tennis.