Evisu

Prima di lanciare Evisu, Hideiko Yamane lavorava da Lapine, uno dei più rispettati negozi di Osaka, famoso per essere tra i maggiori importatori di Levi’s deadstock, dove ha ereditato la tradizione del workwear Americana combinandola con la qualità della manifattura giapponese. Il nome è un riferimento sottile all’heritage dei jeans americani, una storpiatura di ‘Levis’ mixata con un tributo a Ebisu, la divinità dell’abbondanza e della pesca – ritratta anche nell’etichetta. Raccogliendo l’eredità di Jeans Street a Kojima, a cavallo fra gli anni ‘80 e ‘90 nascono gli Osaka 5: cinque brand nati a Osaka motivati ad imporre gli standard qualitativi giapponesi al mercato internazionale, ridefinendo lo status dei jeans giapponesi. Solo Evisu Genes fu capace di insediare il mercato americano, sfidando istituzioni del denim come Calvin Klein Jeans e Tommy Hilfiger. Il logo sulle tasche posteriori divenne presto un simbolo streetwear, così popolare fra gli appassionati di hip-hop che i pantaloni di Evisu venivano tributati in pezzi di rapper come Jay Z e Lil’ Wayne. Evisu jeans è riconoscibile per i materiali d’origine giapponese, un raw denim tinto indigo dal distintivo colore blu, da tenere unwashed perchè la tinta sbiadisca con l’utilizzo. Il cotone rigido da una vestibilità baggy ai jeans e boxy alle giacche di jeans. Il logo riconoscibile è stato reso ancora più presente con l’introduzione del ‘daicock logo’, la versione amplificata del classico seagull che copre entrambe le gambe. Il brand ha vissuto negli ultimi anni un ritorno di popolarità nel panorama streetwear, dovuto anche all’uso di jeans vintage nello styling di big name del rap, che lo ha portato a collaborare con Palace - in una fortunata serie di collaborazioni come quella con Arc’teryx e Salomon - e con Travis Scott.